Sistema di monitoraggio: Telerilevamento da satellite – Remote Sensing

Descrizione tecnica delle modalità di funzionamento:

Il Telerilevamento da satellite rappresenta uno strumento in grado di ottenere informazioni, sia qualitative che quantitative, su oggetti posti ad una determinata distanza sulla base di misure di energia elettromagnetica emessa, riflessa o trasmessa, attraverso l’impiego di satelliti in orbita equipaggiati con specifici sensori.

Negli ultimi anni lo sviluppo di piattaforme satellitari ha permesso di avere a disposizione una vasta gamma di sensori finalizzati all’osservazione della Terra. I dati satellitari hanno avuto un costante sviluppo in termini di quantità, risoluzione spaziale, frequenza di acquisizione, e di gratuità e fruibilità del dato.

I sensori impiegati possono essere suddivisi in due categorie principali, sulla base della loro modalità di acquisizione:

Sensori ottici passivi ovvero il sensore misura la radiazione naturalmente disponibile, emessa o riflessa dagli oggetti sul terreno a seconda della loro riflettività o riflettanza. Rientrano in questa categoria tutti i satelliti multi ed iper- spettrali che operano dalle lunghezze d’onda del visibile fino a quelle dell’infrarosso.

Tabella dei sensori ottici passivi più noti ed utilizzati nell’ambito dell’Osservazione della Terra

SatelliteENTEDisponibilità del datoRisoluzione SpazialeTempo di rivisitazionePossibili Impieghi per monitoraggio mappatura
PrismaASISu progetto30 m – 5 m  
Sentinel-2 a/bESALibero10 m – 20 m5 / 10 giorniDIC;
Landasat-8NASALibero30 m – 15 m  
Planet ScopePlanete LABCommerciale 3 mGiornalieraStereoscopia;
PleiadesAirbus 0.5 mOn demand 
Immagini Google EarthGoogleLibero (solo consultazione)< 1 mVariabile 

Sensori radar attivi ovvero quei sensori che emetto un’onda elettromagnetica, diretta verso l’oggetto di indagine. La radiazione riflessa dall’oggetto viene poi registrata e misurata dal sensore. Questi satelliti, RADAR ad apertura sintetica (SAR) lavorano nella frequenza delle microonde.

Tabella dei principali sensori attivi (SAR)

SatelliteDisponibilità del datoRisoluzione SpazialeTempo di rivisita
ERS-1/2Da accertare20×5 m35 giorni
ENVISAT-AsarDa accertare20×5 m35 giorni
RADARSAT-1/2Commerciale10×5 m24 giorni
TerraSAR XCommerciale1×1 m11 giorni
Sentinel-1 a/bLibero5×5 m6 / 12 giorni
Cosmo Sky-MedCommerciale1 x1 m1-4-8 giorni
ALOS -2Commerciale10×10 mgiornaliera
I satelliti attivi (SAR) operano nel campo delle microonde, mentre i satelliti passivi spaziano dal visibile fino all’infrarosso termico.

I vari sistemi presentano diversi vantaggi e svantaggi. In particolare, i sistemi ottici: i) contengono l’informazione sulla riflettività naturale degli oggetti da cui si possono estrarre informazioni e parametri fisici; ii) non sono in grado di penetrare attraverso le nuvole, la pioggia e il fumo; iii) non sono in grado di acquisire nelle ore notturne, se non il segnale termico.

Per quanto riguarda invece i sistemi radar: i) contengono sia l’informazione di intensità legata alla riflettività degli oggetti, sia l’informazione di fase, legata alla distanza bersaglio-radar; ii) sono in grado di penetrare nuvole, pioggia e fumo; iii) non necessitano di illuminazione solare diurna per il loro corretto funzionamento.

Tali sensori sono in grado di scandire la superficie osservata e produrre un’immagine, in cui ciascun pixel rappresenta l’intensità di radiazione elettromagnetica irradiata dalla porzione di superficie osservata. Le immagini possono essere caratterizzate da diverse risoluzioni, a seconda del sensore utilizzato.

Esempio di ripresa con sensore ottico Sentinel-2 (a sinistra) e radar Sentinel-1 (a destra) sull’area della Frana di Monesi (Fonte dati qui).

Descrizione delle modalità di utilizzo per il monitoraggio dei fenomeni franosi ed esempi operativi:

Gli sviluppi recenti nell’ambito del telerilevamento da satellite, con l’impiego di satelliti ottici con prestazioni elevate in termini di risoluzione spaziale o capacità di acquisizione stereoscopica, e grazie allo sviluppo delle recenti tecniche di interferometria satellitare di immagini radar (es. SBAS Small Baseline Subset, PSInSAR; SqueeSARTM, etc.), in grado di valutare le deformazioni superficiali con accuratezza millimetrica su singoli punti, hanno incrementato considerevolmente l’impiego di tale tecnica nell’ambito del monitoraggio dei fenomeni franosi.

Grazie ai sensori ottico-elettronici installati su satellite, il vantaggio principale nell’impiego di tecniche di telerilevamento satellitare è rappresentato dalla possibilità di effettuare acquisizioni su vaste aree (ca. 104 km2), in bande diverse dello spettro elettromagnetico (osservazione multi-spettrale), ed in modo rapido, con acquisizioni ripetute nel tempo (osservazione multi-temporale), consentendo di mappare le variazioni superficiali sia nello spazio che nel tempo.

Molto diffuse negli ultimi anni sono le tecniche interferometriche SAR (SBAS; PSInSAR; SqueeSARTM). Tali tecniche permettono di ricostruire tramite la differenza (DInSAR) di fase fra due immagini gli spostamenti avvenuti al suolo una volta che si è pulito il segnale dalle componenti legate all’orbita del satellite, alla topografia e all’atmosfera. Mentre il confronto tra due sole immagini trova impiego per la mappatura di grandi deformazioni su vaste aree (terremoti, deformazione legate ai vulcani), l’utilizzo di una serie storica di immagini basate sulle tecniche persistent scatterer permette il monitoraggio di processi lenti, fra i quali le frane, ricostruendone la serie storica dei movimenti superficiali.

Nell’ambito del monitoraggio dei fenomeni franosi, l’interferometria rappresenta un valido supporto sia per l’analisi di fenomeni impulsivi occorsi in seguito ad eventi di precipitazione eccezionale, analizzando la differenza di ampiezza, sia per monitorare nel tempo i fenomeni di instabilità, analizzando la differenza di fase. È inoltre possibile la generazione di modelli digitali del terreno come prodotto interferometrico ottenuto dall’elaborazione della fase interferometrica.

La velocità massima che si può misurare è legata alla lunghezza d’onda (λ)  e alla frequenza di acquisizione del satellite. Tipicamente, ad ogni passaggio del satellite la velocità massima corrisponde ad ¼ di λ. Ad esempio con il satellite Sentinel-1 che ha un tempo di rivista di 6 giorni (in Europa) ed una λ di 5.6 cm, si possono registrare, in condizioni ideali, frane con movimenti fino 85 cm/annui.

Esempio di utilizzo di immagini acquisite dal satellite Sentinel-2 (ESA) pre- e post- evento novembre 2016, alto bacino del t. Tanarello (Alpi Liguri), per la mappatura delle diverse frane superficiali occorse. Dalle immagini è ben visibile l’effetto di denudazione del suolo nelle bande del vicino infrarosso (NIR).

Scenari di utilizzo maggiormente indicati:

Tra le molteplici applicazioni del telerilevamento da satellite nel campo di studio dei fenomeni di frana, le principali sono:

  • Mappatura di frane superficiali con il confronto di immagini pre- e post- evento;
  • Cambiamenti morfologici individuati dalla differenza di DEM (immagini satellitari stereoscopiche);
  • Mappatura spostamenti orizzontali tramite cross-correlation di immagini (vedi scheda dedicata alla digital image correlation);
  • Mappatura di movimenti lenti, subsidenze o di movimenti tettonici tramite tecniche interferometriche InSAR (immagini satellitari RADAR);
  • Misure indirette (umidità del suolo, stima della pioggia, dati metereologici, GNSS).

Da sottolineare che le tecniche di interferometria satellitare rappresentano le tecniche ideali per il monitoraggio (non in tempo reale) delle frane estremamente e molto lente (V. Figura Varnes) e per coprire vaste aree (a scala nazione es. PST). Con in satelliti ad alta frequenza di acquisizione (Sentinel-1 o CosmoSkymed) ed il miglioramento degli algoritmi di processing del dato le serie storiche di misure sono sempre più affidabili e confrontabili con dati a terra.

Le tecniche DInSAR presentano varie limitazioni, fra cui: I) il movimento è registrato lungo la linea di vista del satellite (LOS) e in taluni casi l’orientazione del pendio (es Nord –Sud)  ortogonale alla LOS porta ad una forte sottostima del reale movimento; ii) accelerazioni parossistiche oltre ¼ di λ sono sottostimate e possono portate alla perdita di coerenza del dato; III) le zone  con abbondante copertura vegetale (frane in aree boscate)  non hanno sufficienti bersagli a terra e non possono essere monitorate.

Esempio di applicazione della tecnica DIC per misurare i movimenti avvenuti sulla frana di Monesi di Mendatica, usando immagini satellitari di Sentinel-2.
Esempio di applicazione della tecnica SqueeSARTM con elaborazione di immagini del satellite Radarsat-1 per l’analisi delle deformazioni superficiali della Frana di Monesi, Comune di Triora (IM) (Fonte GMG CNR IRPI).

Tabella 1. Alcuni fonti in rete  di dati satellitari ed aereo (non commerciali)  che possono essere utizzati per la mappatura, e lo studio  delle frane.

Dati disponibiliFornitoreLinkAcesso
Copertura Globale
Dati  raw dai  satelliti Sentinel: 1 (SAR) 2 (multispettrale alta risoluzione) 3 multispettrale bassa risoluzioneESA – Copernicushttps://scihub.copernicus.eu/Libero con registrazione
Visualizzazione e scarico dei dati parziamente processati Satelliti Sentinel 1,2,3 (e altri come proba-V)ESA EO – Broswerhttps://apps.sentinel-hub.com/eo-browser/Libero con registrazione
Dati  raw dai  Satelliti Landsat ed altri (es. Sentinel-2, Aster); DEM SRTMUSGShttps://earthexplorer.usgs.gov/Libero con registrazione
GoogleEarth (immagine satellitari storiche ad alta risoluzione)Googlehttps://www.google.it/intl/it/earth/Libero, solo visualizzazione
Stima pioggia umidità del suolo da satelliteCNR-IRPIhttp://hydrology.irpi.cnr.it/download-area/sm2rain-data-sets/Libero
Dati RAW di vari satelliti  (es: Pleaides; Cosmo) ESAhttps://earth.esa.int/web/guest/missions/3rd-party-missions/overviewDati rilasciati  liberamente solo tramite progetti di ricerca
Immagini satelliatri a bassa risoluzione (MODIS )NASAhttps://worldview.earthdata.nasa.gov/Libero con registrazione per scarico
Prisma (satellite iperspettrale) dati rawASIhttps://prisma.asi.it/ Dati rilasciati  liberamente solo tramite progetti di ricerca 
Servizi di processing del dato (a scala globale)
Serie di interferogrammi Sentinel-1 che possono essere processati tramite tecnica SBAS con software freeCOMEThttps://comet.nerc.ac.uk/COMET-LiCS-portal/Libero
GoogleEarth Engine Processing di  vari dati satellitari (Sentinel, Landsat)Googlehttps://earthengine.google.com/Libero previa registrazione e motivazione uso della piattaforma
Serie di tool per il processing di dati di remote sensing (SAR, OTTICO)ESAhttps://geohazards-tep.eu/#!web_storeLibero con registrazione e presentazione
Territorio italiano
Ortofoto territorio italiano;  Dati Persistent scatterers dai satelliti (ERS, ENVISAT ed aree campione Cosmo-SkyMED)Min. Ambiente.  Portale Cartografico Nazionalehttp://www.pcn.minambiente.it/mattm/Libero  (consultazione dati –WMS)
Dati LIDAR e PS (Download dei dati raw)Min. Ambiente.  PCNhttp://www.pcn.minambiente.it/mattm/servizio-distribuzione-dati-pst/Dati rilasciati su mini progetto di ricerca e spese di invio